domenica 31 marzo 2013

Versione Enea nel Lazio - Traduzione Versione di Latino Avventura di Enea nel Lazio



Versione Enea nel Lazio

Versione Avventura di Enea nel Lazio - Traduzione Versione di Latino Enea nel Lazio

Aeneas Troianique in Latio novum bellum sustinent

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Info Versione

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Input: Aeneas Troianique in Latio novum bellum sustinent

Testo Versione L'avventura di Enea nel Lazio



Aeneas Troianique in Latio novum bellum sustinent. Turnus, enim, rex Rutulorum,plaenus irae in Aeneam ( verso Enea) , contra Troianos et Aborigines ( Aborigeni )bellum indicit. Incerturn proelium diu pugnant; denique victoria Troianis Aborìginibusque affulget, sed Latinus in proelio concidit. Tum Aeneas Latini regnum accipit, Troianos Aboriginesque iungit atque Latinos appellat. Sed Turnus legatos ad Mezentium, regem Etruscorum, mittit, auxilium petit et cum sociis bellum renovat.. Deinde Turnus ob duram iniuriam Aeneam ad pugnam provocat. Cruenta pugna Latini Rutulos et Etruscos ab oppido repellunt( respingere—ricacciare) ; Aeneam tamen in proelio amittunt: apud Numicum fluvium tumulum erigunt et lovem Indigentem ( Giove Indigete) appellant.


Traduzione Versione L'avventura di Enea nel Lazio



Enea e i Troiani affrontarono una nuova guerra nel Lazio. Turno, re dei Rutuli, pieno di ira verso Enea, iniziò una guerra contro i Troiani e gli Aborigeni. Combatterono a lungo un'incerta battaglia; infine la vittoria brillò ai Troiani e Aborigeni, ma Latino cadde in battaglia. Allora Enea prese il regno di Latino, unì i troiani e gli aborigeni e li chiamò latini. Ma Turno mandò i luogotenenti a Mezentio, re degli Etruschi, chiese aiuto e rinnovò la guerra con gli alleati.
Infine Turno provocò Enea alla battaglia a causa di un'offesa. I Latini con una cruenta battaglia cacciarono dalla città i Rutuli e gli Etruschi, ma persero in battaglia Enea: presso il fiume Numico eressero un tumulo e lo dedicarono a Giove Indigete.



Un po' di Storia.. Enea nel Lazio





Enea è un principe Troiano, nativo delle falde del monte Ida nella Troade, e partecipa solo alla fase finale della guerra di Troia; è imparentato con il re Priamo avendone sposato la figlia Creusa e in quanto il padre Anchise è cugino del re. Enea piace ai Romani quale capostipite perché gli permette di affondare le radici in una civiltà dal passato fulgido pur distinguendosi dai Greci. Allo stesso tempo questa "soluzione" non fa dei Romani i più fieri antagonisti dei Greci e verrebbe oggi chiamata "politically correct".
Anche la leggenda di Romolo e Remo, all'inizio separata da quella di Enea, viene successivamente integrata nel suo mito. In un primo momento i due gemelli vengono indicati come suoi figli o nipoti.
Eratostene di Cirene si accorge tuttavia che, essendo la data della caduta di Troia all'incirca il 1184 a.C., né Enea né i suoi più diretti discendenti potevano aver fondato Roma nel 753 a.C., data alla quale la mitologia fa risalire la nascita di Roma.
Catone il Censore rende plausibile la storia. Secondo la sua versione, accettata poi come definitiva, Enea fugge da Troia e giunge nel Lazio. Qui, dopo aver sposato Lavinia, fonda Lavinium. Ascanio è invece il fondatore di Alba Longa e i suoi successori danno origine alla dinastia dalla quale, dopo varie generazioni, Rea Silvia darà alla luce Romolo e Remo e in seguito la gens Iulia, con Giulio Cesare e il primo imperatore Augusto.

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