domenica 31 marzo 2013

Versione Enea nel Lazio - Traduzione Versione di Latino Avventura di Enea nel Lazio



Versione Enea nel Lazio

Versione Avventura di Enea nel Lazio - Traduzione Versione di Latino Enea nel Lazio

Aeneas Troianique in Latio novum bellum sustinent

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lunedì 11 febbraio 2013

Versione Dedalo e Icaro - Traduzione Versione di Latino Dedalo e Icaro


Versione Dedalo e Icaro

Versione Dedalo e Icaro - Traduzione Versione di Latino Dedalo e Icaro

Postquam Theseus Minotaurum interfecit, Daedalus Atheniensis a Minoe rege

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Veni, vidi, vici - Venni, vidi, vinsi (Cesare)

Veni, vidi, vici - Venni, vidi, vinsi (Cesare)




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Veni, vidi, vici (lett. Venni, vidi, vinsi) è la frase con la quale, secondo la tradizione, Gaio Giulio Cesare annunciò la straordinaria vittoria riportata il 2 agosto del 47 a.C. contro l'esercito di Farnace II a Zela nel Ponto.

domenica 10 febbraio 2013

Carpe Diem - Cogli l'Attimo (Orazio)

Carpe Diem - Cogli l'Attimo (Orazio)




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Carpe diem (latino classico: [ˈkɑr.pe ˈdi.ẽː], italiano: [ˈkar.pe ˈdi.em][1]), letteralmente "cogli il giorno", normalmente tradotta in "cogli l'attimo", anche se la traduzione più appropriata sarebbe "vivi il presente" (non pensando al futuro) è una locuzione tratta dalle Odi del poeta latino Orazio (Odi 1, 11, 8). Viene di norma citata in questa forma abbreviata, anche se sarebbe opportuno completarla con il seguito del verso oraziano: "quam minimum credula postero" ("confidando il meno possibile nel domani").

Versione Orfeo e Euridice - Traduzione Versione di Latino Orfeo ed Euridice


Versione Orfeo ed Euridice

Versione Orfeo ed Euridice - Traduzione Versione di Latino Orfeo ed Euridice

Orpheus poeta in Thracia vivit

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giovedì 7 febbraio 2013

Versione Chi la fa l'aspetti - Traduzione Versione di Latino La volpe e la cicogna


Versione Chi la fa l'aspetti

Versione Chi la fa l'aspetti - Traduzione Versione di Latino  La volpe e la cicogna

Ad cenam vulpecula ciconiam invitabat

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sabato 2 febbraio 2013

Versione Romolo e Remo - Traduzione Versione di Latino Romolo e Remo


Versione Romolo e Remo

Versione Romolo e Remo - Traduzione Versione di Latino Romolo e Remo

Amulius fratrem pellit atque Albae regnum obtinet

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Info Versione

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Input: Amulius fratrem pellit atque Albae regnum obtinet

Testo Versione Romolo e Remo

Amulius fratrem pellit atque Albae regnum obtinet.Delictum delicto addit:fratris filios interimit filiamque Rheam Silviam in collegium Vestalium virginum admittit.Fata autem deorum auxilio magni imperii principium fovent:Rhea geminos pueros per stuprum edit et filios Martis,belli dei,nuncupat,seu quod ita censet seu quod ita culpam levare volebat.Tyrannus autem Rheam in v*****a geminosque in fluvium conicit.At geminorum alveus aqua minime submergitur atque contra ad fluvii ripam appellit:ibi pueris mammas praebet lupa,tectum Faustulus,armentarius regius.Gemini in parva casa Faustuli aluntur et mox inter ceteros pueros longe praestant animo ac ingenio:ergo post paucos annos globum fidorum ac strenuorum virorum in Albam Longam oppidum ducunt et infanda Amulii delicta exitio puniunt.Deinde oppidum novum condere statuunt:Romulus in Palatino,Remus in Aventino auspicia sumit.Augurium Romulo secundum est,Remo infaustum:ergo a Romulo in Palatino aratri sulco novi oppidi termini designantur .At Remus magna invidia movetur,ludibrio fratris sulcum transilit ac statim a Romulo interimitur.

Traduzione Versione Romolo e Remo

Emulio cacciò il fratello e ottenne il regno di Alba. Aggiunse un delitto ad un delitto: uccise i figli del fratello e (cerca admitto) nel collegio delle Vestali la giovane figlia Rea Silvia. Il fato alimentò il principio di un grande impero con l'aiuto degli dei: Rea partorì per causa di uno stupro due gemelli e chiamò i figli di Marte, dio della guerra, sia perchè così pensava sia perchè così voleva. Il tiranno tuttavia gettò nel fiume i gemelli in (cerva v*****a). Ma l'acqua non sommerse l'alveo dei gemelli e al contrario lo gettò alla riva del fiume: qui una lupa offrì le mammelle ai fanciulli, Faustulo, pastore regio, un tetto. I gemelli vennero cresciuti nella piccola casa di Faustolo e subito si distinsero in animo e ingegno tra gli altri fanciulli e dopo pochi anni conducono una folla di fedeli e strenui uomini ad Alba Longa e puniscono i malvagi delitti di Emulio. Infine decidono di fondare una nuova città: Romolo nel Palatino, Remo prese auspici in Aventino. L'augurio fu favorevole Romolo, a Remo infausto: dunque da Romolo in Palatino fu designato il solco con l'aratro della nuova città. Ma Remo fu mosso da grande invidia per scherzo oltrepassò il solco del fratello e subito fu ucciso da Romolo.

Un po' di Storia..Romolo e Remo




Romolo e Remo sono, nella tradizione mitologica, due fratelli gemelli, uno dei quali gettò le basi - tracciando un solco per indicare il punto in cui sarebbero sorte le mura - per la nascita della città di Roma, la cui data di fondazione è indicata storicamente al 21 aprile 753 a.C. (detto anche Natale di Roma). Secondo la leggenda, Romolo e Remo - discendenti da Enea e da Venere - nacquero da Marte e dalla vestale Rea Silvia, figlia di Numitore, re di Albalonga. Quando Numitore venne detronizzato dal fratello Amulio, Rea Silvia fu incarcerata ed i figli le vennero tolti per essere uccisi. Il servo incaricato non ebbe cuore di farlo e li affidò alla sorte deponendoli in una cesta che lasciò scorrere sulle acque del Tevere verso un miglior destino. I gemelli furono raccolti da una lupa che li allattò fino a quando non vennero trovati ed allevati dal pastore Fàustolo e da sua moglie Acca Laurenzia (o Larenzia). Diventati adulti Romolo e Remo scacciarono Amulio riportando il nonno Numitore sul trono di Albalonga.

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